domenica 30 dicembre 2012

Naufragio della Costa Concordia all'Isola del Giglio



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Naufragio della Costa Concordia all'Isola del Giglio


Collision of Costa Concordia 27.jpg


 
Il naufragio della Costa Concordia è stato un sinistro marittimo "tipico"avvenuto venerdì 13 gennaio 2012 alle 21:42 alla nave da crociera al comando del cinquantaduenne Francesco Schettino e di proprietà della compagnia di navigazione genovese Costa Crociere, parte del gruppo anglo-americano Carnival Corporation & plc.
La nave, salpata dal porto di Civitavecchia per la prima tappa della crociera "Profumo degli agrumi" nel Mediterraneo, con 4.229 persone a bordo (3.216 passeggeri e 1.013 membri dell'equipaggio), avrebbe dovuto successivamente toccare i porti di Savona, Marsiglia, Barcellona, Palma di Maiorca, Cagliari, Palermo, per poi far ritorno a Civitavecchia. Nelle acque dell'Isola del Giglio la nave ha però urtato uno scoglio causando l'apertura di una falla di circa 70 metri sul lato sinistro dell'opera viva. L'impatto ha provocato la brusca interruzione della crociera, un forte sbandamento e il conseguente arenamento sullo scalino roccioso del basso fondale prospiciente Punta Gabbianara, a nord di Giglio Porto.
L'incidente ha provocato 30 morti e 2 dispersi. È la nave passeggeri di maggior tonnellaggio mai naufragata

Dinamica del sinistro La rotta

L'ultima rotta della Costa Concordia.
In base ai dati dell'AIS la nave era partita da Civitavecchia, aveva preso una rotta sotto costa, quasi parallela al profilo tirrenico, doveva infatti raggiungere Savona, con la sola deviazione richiesta per aggirare il promontorio dell'Argentario. La nave virava però per rotta 276, proprio in direzione dell'Isola del Giglio.

Giunto nei pressi dell'isola, il natante avrebbe dovuto dirigere verso nord per riprendere la normale rotta parallela alla costa. La nave effettuava almeno due cambi di direzione, inizialmente virava in direzione 285; e successivamente mostrava un'ulteriore correzione. La seconda virata è avvenuta troppo tardi per evitare l'impatto con gli scogli delle Scole; la nave accostando li urtava con la parte posteriore della murata di sinistra, al di sotto della linea di galleggiamento.
La Concordia proseguiva quindi verso nord, andava in rotazione per più di 180°, per incagliarsi infine di fronte all'isola, vicino a una scarpata sottomarina, con la prua rivolta a sud
Il profilo del fondale marino al largo della costa dell'isola con la posizione del relitto e il punto approssimativo di impatto.
Giunto nei pressi dell'isola, il natante avrebbe dovuto dirigere verso nord per riprendere la normale rotta parallela alla costa. La nave effettuava almeno due cambi di direzione, inizialmente virava in direzione 285; e successivamente mostrava un'ulteriore correzione. La seconda virata è avvenuta troppo tardi per evitare l'impatto con gli scogli delle Scole la nave accostando li urtava con la parte posteriore della murata di sinistra, al di sotto della linea di galleggiamento.
La Concordia proseguiva quindi verso nord, andava in rotazione per più di 180°, per incagliarsi infine di fronte all'isola, vicino a una scarpata sottomarina, con la prua rivolta a sud.

Il naufragio  ,

Alle 21:42   la nave avrebbe urtato il più piccolo degli scogli delle Scole, nei pressi dell'Isola del Giglio, a 96 metri dalla riva e a 8 metri di profondità. (l'ordinanza del GIP di Grosseto che ha convalidato solo gli arresti domiciliari parla però di una distanza di 0,28 miglia marine, cioè 518 metri dalla costa),,riportando l'apertura di una falla lunga circa 70 metri sul lato sinistro dello scafo, e ha iniziato ad imbarcare acqua molto rapidamente.
Dopo 27 minuti dall'urto la capitaneria di porto di Livorno si mette in comunicazione con la Costa Concordia (su avviso di un parente di un passeggero) per assicurarsi del loro stato, dopo che i Carabinieri di Prato avevano avvisato la capitaneria stessa di aver ricevuto una telefonata richiedente informazioni sullo stato delle cose.

Ricerche alle prime ore del 14 gennaio 2012 

Dai calcoli della Guardia Costiera l'urto avrebbe rallentato bruscamente la Costa Concordia, portandola dalla velocità di crociera di 15 nodi a circa 6 (da 28 a 11 km/h). Subito dopo l'urto, il comandante, sostiene di aver deciso di invertire la rotta per ruotarla e farla arenare sul basso fondale, facendola incagliare sulla scogliera davanti Punta Gabbianara.
Alle 23:15  la nave ha iniziato ad inclinarsi lentamente, per poi coricarsi sul fianco di dritta. Alle 22:58  il comandante ha dato l'ordine di abbandonare la nave, ma alcuni membri dell'equipaggio avevano già cominciato le operazioni di evacuazione alle 22:45. Secondo gli inquirenti, il comandante alle 23:30 non si trovava più a bordo della nave, quando la maggior parte dei passeggeri doveva ancora essere sbarcata; Tuttavia, il dato dell'orario è stato smentito da un testimone che dichiara di aver visto alle 23:45 il comandante mentre stava aiutando alcuni passeggeri a salire sulle lance di salvataggio sul ponte 3.
Successivamente, sono state pubblicate le registrazioni di alcune telefonate in cui il capitano di fregata Gregorio De Falco della capitaneria di porto di Livorno, quella notte (alle 00:32, 00:42, 1:46) intimava al comandante di risalire sul relitto della nave ormai coricato sul fianco; questi rispondeva che stava coordinando le operazioni da una lancia di salvataggio, essendo ormai il relitto impraticabile. Durante la terza telefonata, quella delle 01:46, De Falco ordinò al comandante Schettino di tornare a bordo della nave e di coordinare lo sbarco dei passeggeri, non ottenendo però gli effetti desiderati.
 
L'incidente ha provocato 30 morti accertati finora, principalmente per annegamento (in alcuni casi sono state cause principali o concomitanti anche l'ipotermia e/o lesioni causate da cadute); vi sono stati inoltre 110 feriti, tra cui 14 ricoverati, e 2 dispersi.
36 ore dopo il disastro è stato ritrovato vivo con una gamba fratturata e portato in salvo intorno alle 13:00 il commissario di bordo, Manrico Giampedroni, 57 anni, individuato dai Vigili del Fuoco sul ponte 3 della nave da crociera. L'ufficiale è stato caricato su un elicottero direttamente dalla nave e trasportato all'Ospedale Misericordia di Grosseto. Durante i lavori di evacuazione della nave il commissario si è adoperato per aiutare i passeggeri a salire sulle scialuppe. Poi dal ponte, Giampedroni è sceso al piano sottostante per verificare se ci fosse ancora qualcuno. Ma è scivolato e si è rotto una gamba, per questo è rimasto bloccato nel ristorante del terzo ponte. È stata l' ultima persona trovata viva nel relitto dopo una coppia di sudcoreani soccorsi nella notte tra sabato 14 e domenica 15 gennaio.Evacuazione e primi soccorsi dei naufraghi. 
I passeggeri sono stati evacuati in parte dall'equipaggio e per il resto da imbarcazioni civili, tra cui un traghetto della Toremar presente a Porto Santo Stefano, e mezzi di pattuglia della Guardia Costiera, dei Vigili del Fuoco e delle forze dell'ordine italiane intervenuti.
I primi soccorsi, nell'immediatezza, sono stati portati dalla popolazione dell'Isola del Giglio, che spontaneamente si è messa a disposizione con la messa in mare di alcune barche e l'assistenza alle persone che raggiungevano la riva con i mezzi di salvataggio della nave; un primo punto di raccolta dei naufraghi è stato allestito nella locale chiesa della Madonna del Giglio, appositamente aperta come anche alcune strutture commerciali ricettive e di ristoro. Il numero elevato di persone in rapporto alla popolazione dell'isola ha generato una emergenza sanitaria dovuta anche alla carenza di farmaci.
Il proseguimento delle operazioni è stato gestito dalla capitaneria di porto con il successivo intervento di motovedette, guardacoste, elicotteri e operatori specialistici, tra cui quelli del Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico (attivati in quanto unici abilitati alle immersioni in notturna), Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza, Carabinieri, Polmare, palombari della Marina Militare e una piccola squadra di supporto della Federazione Italiana Attività Subaquee, oltre ad operatori della Croce Rossa Italiana.
Altre motonavi passeggeri in transito nel Tirreno centrale si sono dirette verso il luogo del disastro offrendo assistenza; fra queste la Cruise Barcelona.
Il presidente del Consiglio Mario Monti ha annunciato l'intenzione di proporre al presidente della Repubblica di concedere la medaglia d'oro al valor civile alla popolazione dei comuni di Isola del Giglio e di Monte Argentario per l'encomiabile comportamento tenuto durante i soccorsi.
I primi soccorsi, nell'immediatezza, sono stati portati dalla popolazione dell'Isola del Giglio, che spontaneamente si è messa a disposizione con la messa in mare di alcune barche e l'assistenza alle persone che raggiungevano la riva con i mezzi di salvataggio della nave; un primo punto di raccolta dei naufraghi è stato allestito nella locale chiesa della Madonna del Giglio, appositamente aperta come anche alcune strutture commerciali ricettive e di ristoro. Il numero elevato di persone in rapporto alla popolazione dell'isola ha generato una emergenza sanitaria dovuta anche alla carenza di farmaci.
Il proseguimento delle operazioni è stato gestito dalla capitaneria di porto con il successivo intervento di motovedette, guardacoste, elicotteri e operatori specialistici, tra cui quelli del Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico attivati in quanto unici abilitati alle immersioni in notturna.Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza, Carabinieri, Polmare, palombari della Marina Militare e una piccola squadra di supporto della Federazione Italiana Attività Subaquee, oltre ad operatori della Croce Rossa Italiana.
Altre motonavi passeggeri in transito nel Tirreno centrale si sono dirette verso il luogo del disastro offrendo assistenza; fra queste la Cruise Barcelona.
Il presidente del Consiglio Mario Monti ha annunciato l'intenzione di proporre al presidente della Repubblica di concedere la medaglia d'oro al valor civile alla popolazione dei comuni di Isola del Giglio e di Monte Argentario per l'encomiabile comportamento tenuto durante i soccorsi.

Passeggeri e vittime 

A bordo della nave erano presenti 4.229 persone, ovvero 1.013 membri dell'equipaggio (77 membri del personale di coperta, 58 del personale di macchina e 888 del personale alberghiero ed addetto ai servizi) e 3.216 passeggeri, le cui nazionalità erano così distribuite:
  • Bandiera dell'Italia 989 italiani, Bandiera della Germania 569 tedeschi, Bandiera della Francia 462 francesi ,Bandiera della Spagna 177 spagnoli,Bandiera degli Stati Uniti 129 statunitensi ,Bandiera della Croazia 127 croati ,  Bandiera della Russia 108 russi,       Bandiera dell'Austria 74 austriaci,  Bandiera della Svizzera 69 svizzeri,   Bandiera del Brasile 46 brasiliani,
  • Bandiera del Giappone 46 giapponesi, Bandiera dell'Olanda 42 olandesi ,Bandiera dell'Ucraina 33 ucraini, Bandiera della Corea del Sud 30 corean, Bandiera di Hong Kong 26 hongkonghesi Bandiera del Regno Unito 25 britannici, Bandiera dell'Australia 21 australiani,Bandiera della Romania 20 rumeni,Bandiera dell'Argentina 17 argentini, Bandiera di Taiwan 13 taiwanesi, Bandiera del Canada 12 canadesiBandiera della Cina 12 cinesi, Bandiera del Portogallo 11 portoghesi, Bandiera del Cile 10 cileni, Bandiera della Colombia 10 colombiani, Bandiera del Kazakistan 9 kazaki ,Bandiera della Turchia 9 turchi, Bandiera del Belgio 8 belgi ,Bandiera d'Israele 8 israeliani Bandiera del Perù 8 peruviani ,Bandiera della Polonia 8 polacchi ,Bandiera della Moldavia 6 moldavi ,Bandiera del Nepal 6 nepalesi, Bandiera della Svezia 5 svedesi ,Bandiera del Venezuela 5 venezuelani ,Bandiera della Danimarca 4 danesi ,Bandiera della Rep. Dominicana 4 dominicani ,Bandiera della Serbia 4 serbi ,Bandiera del Sudafrica 4 sudafricani, ,Bandiera delle Antille Olandesi 3 antillani olandesi ,Bandiera della Bielorussia 3 bielorussi ,Bandiera della Grecia 3 greci ,Bandiera dell'Iran 3 iraniani ,Bandiera dell'Irlanda 3 irlandesi, ,Bandiera della Macedonia 3 macedoni ,Bandiera dell'Ungheria 3 ungheresi ,Bandiera dell'Albania 2 albanesi ,Bandiera dell'Algeria 2 algerini ,Bandiera di Cuba 2 cubani ,Bandiera dell'Ecuador 2 ecuadoriani, Bandiera della Finlandia 2 finlandesi ,Bandiera del Messico 2 messicani ,Bandiera di Andorra 1 andorrano ,Bandiera della Bosnia ed Erzegovina 1 bosniaco ,Bandiera della Bulgaria 1 bulgaroBandiera della Rep. Ceca 1 ceco, Bandiera delle Filippine 1 filippino ,Bandiera dell'India 1 indiano ,Bandiera del Marocco 1 marocchino ,Bandiera della Nuova Zelanda 1 neozelandese ,Bandiera della Norvegia 1 norvegese, Bandiera dell'Uruguay 1 uruguaiano.
Terminate, nella notte tra il 13 ed il 14 gennaio, le operazioni di soccorso, che hanno portato al salvataggio di 3.179 passeggeri e 1.017 membri dell’equipaggio ed al recupero in mare di tre corpi (due passeggeri ed un membro dell’equipaggio), hanno avuto inizio le operazioni di ricerca dei dispersi a bordo del relitto semisommerso. Intorno alla mezzanotte del 14 gennaio, circa ventiquattr’ore dopo il naufragio, una coppia di passeggeri coreani è stata individuata nella cabina 8303, al ponte 8, venendo soccorsa dopo un’ora e mezza di lavoro da parte dei pompieri, giungendo a terra alle 7:20 del 15 gennaio Tra le sette e le otto del mattino,dello stesso 15 gennaio è stato individuato anche un terzo superstite, il commissario di bordo Manrico Giampedroni, bloccato con una gamba fratturata sul ponte 3 della nave da crociera, nei pressi del ristorante Milano, : raggiunto verso le 10:00, l’uomo è stato portato in salvo verso mezzogiorno, a circa 36 ore dal naufragio. Poco dopo le 16:00 del 15 gennaio i corpi di due passeggeri, con i giubbotti di salvataggio, sono stati rinvenuti nel punto di ritrovo «A» nelle vicinanze del ristorante Milano, sul lato di dritta, al ponte 4, venendo quindi recuperati.Il corpo di un altro passeggero è stato trovato intorno alle sei del mattino del 16 gennaio in un corridoio del ponte 2, in una zona non allagata sul lato sinistro, potendo però essere estratto dal relitto solo diverse ore più tardi, a causa della temporanea interruzione dei lavori, provocata dallo spostamento della nave.
Nei giorni successivi sono state fatte brillare (ad opera di incursori della Marina Militare) numerose cariche esplosive in vari punti della nave, in modo da aprire varchi che agevolassero la penetrazione e l'ispezione delle zone sommerse. Alle tre del pomeriggio del 17 gennaio i sommozzatori hanno trovato i corpi di altri quattro passeggeri (tre uomini ed una donna) e di un membro dell’equipaggio in un punto di ritrovo completamente sommerso nella zona poppiera del ponte 4, nel lato di dritta, in corrispondenza del vano ascensori di poppa. Sempre a poppa e nella zona sommersa, sul lato di dritta del ponte 4, vicino ad un punto di raccolta nei pressi del ristorante Milano,è stato individuato alle 13:30 e recuperato, il 21 gennaio, il corpo di una donna, un passeggero. La salma di un’altra donna, con indosso un giubbotto salvagente, è stata trovata alle 15:20 del 22 gennaio a poppa del ponte 7, in prossimità dei balconi di alcune cabine (numero 7381 e 7379), sul lato di dritta,dieci metri sott’acqua,mentre i corpi di altre due passeggere sono stati trovati alle quattro del pomeriggio del 23 gennaio sul lato di dritta ponte 4, uno nei pressi del vano della scialuppa n. 25 ed un secondo immediatamente a poppavia di esso, nella zona delle gru per l'ammaino delle zattere. Il 24 gennaio, nel primo pomeriggio, è stato individuato e recuperato dal ristorante Milano, ponte 3, lato di dritta, il cadavere di un’altra donna, una passeggera,mentre la salma di un'altra donna, membro dell’equipaggio, è stata individuata intorno a mezzogiorno del 28 gennaio in un terrazzino esterno del ponte 8, a poppa, in una sorta di intercapedine tra il lato dritto della nave (cabine numero 8429 ed 8433) ed il fondale.
Tra la fine di gennaio e gran parte di febbraio le ricerche dei corpi sono state sospese, sia per le avverse condizioni meteorologiche, sia a causa dello svolgimento delle operazioni di svuotamento dei serbatoi. Nella seconda metà di febbraio, in base alle testimonianze che indicavano le zone ove erano stati visti per l’ultima volta molti dei dispersi, sono ricominciate le operazioni di ricerca, dopo la costruzione di apposite impalcature per agevolare le operazioni di ricerca e recupero nei corridoi della nave, divenuti pozzi verticali. La prima impalcatura è stata allestita nel “pozzo” poppiero. Tali operazioni hanno portato all’individuazione, nella giornata del 22 febbraio, di otto salme (tutte a poppa e nel ponte 4): quattro corpi (due uomini, una donna ed una bambina) sono stati individuati in un corridoio allagato, sulle scale poppiere tra i ponti 3 e 4 (dodici metri sotto la superficie), intorno all’una del pomeriggio, venendo recuperati dopo ore di lavoro.Nel tardo pomeriggio sono stati trovati altri quattro cadaveri (tutti di passeggere, indossanti i giubbotti salvagente), nella tromba di un ascensore tra i ponti 4 e 5: tali salme sono state recuperate il giorno successivo, a causa delle avverse condizioni del mare Nei giorni seguenti sono state allestite impalcature anche nei “pozzi” situati a centro nave e quindi in quelli prodieri, procedendo quindi alla loro esplorazione. In tal modo sono state ispezionate vaste zone, attorno ai corridoi, ai ponti 3, 4 e 5: tali operazioni hanno avuto termine il 4 marzo, dopo di che le ricerche sono state concentrate nelle zone non ancora controllate della poppa. Dal 12 marzo sono invece iniziate le operazioni di preparazione dell'esplorazione di aree della nave non accessibili ai subacquei, mediante l'utilizzo di un Remotely Operated Vehicle:l'inizio di tale esplorazione è stato ritardato dalle operazioni di recupero del carburante e dalle avverse condizioni meteomarine. Nel tardo pomeriggio del 22 marzo, durante un'esplorazione con il ROV in previsione dell'apertura di un nuovo varco nello scafo, sono stati ritrovati, tra lo scafo della nave (ponte 3) ed il fondale su cui esso poggia, i corpi di altre tre vittime, vicino ai quali sono poi state rinvenute, poco prima delle 20 dello stesso giorno, altre due salme (si trattava di un membro dell'equipaggio e quattro passeggeri, due uomini e due donne). Due dei corpi sono stati recuperati nella mattinata del 26 marzo, altri due nel primo pomeriggio ed il quinto intorno alle sei di sera dello stesso giorno. Il 30 marzo le ricerche degli ultimi due dispersi sono state momentaneamente interrotte in attesa dell'identificazione delle salme recuperate, che avrebbe consentito di scoprire l'identità delle persone non ritrovate e quindi di cercare nelle zone in cui esse avrebbero potuto trovarsi. Tali ricerche, concentrate nella zona tra scafo e fondale, sono tuttavia riprese ad inizio aprile, prima ancora dell'identificazione delle salme. Martedì 17 aprile i 5 corpi ritrovati nelle scorse settimane sono stati identificati, mentre le ricerche, dopo un'altra pausa, sono riprese il 26 aprile, concentrandosi nella zona tra scafo e fondale, in prossimità dei ponti 6,7,8. Le operazioni sono terminate il 28 aprile.Nei primi giorni di maggio si sono invece svolte ispezioni di alcune cabine degli stessi ponti dall'interno della nave, non essendovi modo di raggiungere i balconi dall'esterno: tali lavori sono terminati il 6 maggio
Totale26430
Dispersi per nazionePasseggeriEquipaggioTotale
Bandiera dell'Italia Italia101
Bandiera dell'India India011
Totale112



Impatto ambientale 


Il pontone Meloria, accostato alla Costa Concordia, porta le attrezzature necessarie allo svuotamento dei serbatoi della nave.
L'incidente aveva suscitato timori per un possibile disastro ambientale, dato che nei serbatoi della nave erano stivate circa 2.400 tonnellate di olio combustibile: si erano verificate perdite di liquidi, anche se non del temuto olio.
Si era pertanto organizzato lo svuotamento dei serbatoi della nave, operazione necessaria e preliminare al successivo recupero del relitto.
Lo svuotamento del carburante dai serbatoi ha avuto inizio il 24 gennaio 2012 con la tecnica di hot tapping, che prevedeva il preriscaldamento a seguito della avvenuta solidificazione del combustibile dovuta alle temperature invernali a cui si è ritrovato sottoposto e la sostituzione con un equivalente peso di acqua per non destabilizzare la nave.
Le operazioni sono state ultimate con successo, dopo varie interruzioni causate dal maltempo, il 24 marzo 2012, alle 07:30, con il recupero di 2042,5 m³ di carburante e 240 m³ di acque nere[
L'elenco degli ulteriori materiali potenzialmente pericolosi in caso di dispersione nell'ambiente a bordo della Costa Concordia comprende: 1.351 di acque grigie e nere, 41 m³ di oli lubrificanti, 280 l di acetilene, 5.120 l di azoto, 600 kg di grassi per apparati meccanici, 855 l di smalto liquido, 50 l di insetticida liquido, 1 t di ipoclorito di sodio (candeggina), 2.040 m³ di olio combustibile e 230 m³ di gasolio.

Inchiesta 

Il comandante Francesco Schettino (52 anni), in Costa Crociere dal 2002 e comandante dal 2006 e il primo ufficiale Ciro Ambrosio, sono stati arrestati con l'accusa di naufragio, omicidio colposo plurimo e abbandono di nave in pericolo  Gli inquirenti stanno cercando di determinare perché la nave non abbia inviato una richiesta di soccorso (mayday) e perché stesse navigando così vicino all'isola. Il comandante avrebbe giustificato la grande vicinanza della nave alla costa con l'intenzione di rivolgere il cosiddetto saluto (o inchino) all'isola, una pratica che la Costa Crociere aveva messo in atto già in altre occasioni.
Francesco Schettino, inizialmente detenuto nel carcere di Grosseto, il 17 gennaio viene posto agli arresti domiciliari nella sua casa di Meta di Sorrento non essendosi ravvisato pericolo di fuga. Al riguardo il procuratore di Grosseto ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame contro la decisione del GIP. Anche l'avvocato difensore del comandante Schettino ha presentato ricorso per ottenere la libertà in attesa del processo del proprio assistito. Entrambi i ricorsi sono stati respinti e quindi il comandante Schettino è rimasto agli arresti domiciliari
Il 10 aprile 2012 la Cassazione decide di lasciare Francesco Schettino agli arresti domiciliariLa detenzione domiciliare viene revocata il 5 luglio 2012: a seguito di tale provvedimento, il comandante Schettino dovrà osservare un obbligo di dimora a Meta di Sorrento

Recupero della nave


Profilo del relitto semi affondato, circondato dalla barriera galleggiante.
Il recupero di una nave di tali dimensioni sarà il più grosso mai tentato, ma già nel passato in Italia si sollevarono dal fondo le corazzate Leonardo da Vinci e Conte di Cavour
Dopo il naufragio il relitto della Costa Concordia si è mosso di alcuni centimetri, le correnti e il moto ondoso minacciano di farlo scivolare lungo il fondale fino alla pianura sottomarina sottostante la scogliera, a 88 metri di profondità, affondandolo completamente e complicando le operazioni di rimozione.
Del recupero è stata incaricata la Titan Salvage, una società americana specializzata nel settore che assieme all'italiana Micoperi rimetterà in galleggiamento il relitto entro circa un anno per poi rimuoverlo. La prima operazione portata a termine dalla società olandese Smit Salvage è stata quella di rimozione del combustibile dai serbatoi: la nave conteneva oltre duemila tonnellate di IFO 380 cSt (centistokes), un olio combustibile molto denso, e 180 tonnellate di MTO Terminata tale fase, che è durata due mesi, la fase successiva consisterà nel riparare le falle e pompare fuori l'acqua imbarcata, per ripristinare la galleggiabilità della nave, e rimorchiarla in un bacino.
Le operazioni di rimozione hanno avuto inizio il 29 maggio seguendo le fasi previste. Dureranno circa un anno per poi concludersi con la rimozione del relitto. Durante tutta la durata dei lavori verranno osservate le regole stabilite che riguardano la salvaguardia dell'ecosistema dell'Isola del Giglio, essendo stato messo in serio pericolo dalle sostanze nocive fuoriuscite dalla nave dopo il naufragio del 13 gennaio scorso. Il 12 luglio i tecnici della Titan-Micoperi hanno cominciato le operazioni di rimozione dello scoglio rimasto conficcato nello scafo. Tale lavoro è stato ultimato il 15 luglio con la completa estrazione della roccia.Implicazioni economiche
La Costa Crociere aveva assicurato la nave presso il gruppo Aon per 500 milioni di euro per nave, scafo e macchine: il rischio per i passeggeri invece è suddiviso fra una moltitudine di altre compagnie (pratica usuale nella mediazione marittima, in cui il rischio è diviso per carature).
Si stima che, complessivamente, le assicurazioni dovranno liquidare risarcimenti per oltre un miliardo di euro



http://it.wikipedia.org/wiki/Naufragio_della_Costa_Concordia